
Monemvasia: La città fortezza del Peloponneso
Monemvasia sembra staccarsi dalla roccia, che l’accoglie e l’ha generata. É una perla che non può mancare nella pianificazione di un viaggio nel Peloponneso.
Il suo nome significa “unico ingresso”, infatti per accedere alla città, bisogna percorrere la brevissima ed unica strada che si stacca dalla città moderna (Nea Monemvasia) e la collega alla terra ferma.
Dovrete lasciare la macchina fuori l’ingresso -in pietra anch’esso- da cui si entra solo a piedi. Subito dopo la porta d’accesso, un vicolo tortuoso si aprirà davanti ai vostri occhi e vi accompagnerà lungo tutta la città, in un susseguirsi di botteghe, ristoranti e ingressi delle abitazioni, molte delle quali adibite a B&B.
Monemvasia: storia della città fortezza
Monemvasia, fondata nel Peloponneso dai Bizantini nel VI secolo, è stata un porto commerciale importante. Per un lungo periodo è stata anche la capitale greco bizantina, con una popolazione fino a 60.000 abitanti. La ricchezza di Monemvasia, derivante dall’esportazione di vino (Malvasia) e dai corsari che depredavano navi di passaggio, l’ha resa un gioiello di architettura e armonia. Successivamente sotto il controllo di Veneziani e Turchi, fu in prima linea durante la lotta di indipendenza Greca. Oggi gli abitanti sono poco più di mille e le case sono state restaurate mantenendo lo stile di un tempo e questo la rende un piccolo gioiello.
Monemvasia: La città
Città bassa
È così bella questa fortezza sospesa, collegata alla terraferma tramite una breve lingua di asfalto, nei suoi colori tenuti, stretta tra la parete rocciosa e il mare, da lasciare senza fiato. I suoi vicoli che ospitano al massimo un paio di persone alla volta tanto sono stretti, creano una rete di stradine che svelano ad ogni nuovo scorcio, un’atmosfera d’altri tempi.
È spesso meta di gite in giornata, ingiustamente. Se avete la possibilità di dormire almeno una notte, fatelo all’interno delle sue mura. Vi ripagherà al mattino e nel tardo pomeriggio, con il silenzio e il rumore del mare mentre vagherete a bocca aperta per le sue strade color ocra. L’Egeo davanti ai vostri occhi, è maestoso.
La piazza principale, che ospita un cannone e la cattedrale, un posto gradevole per fermarsi a guardare il mare, prima di scendere con uno dei suoi vicoli fino alla passeggiata che, lungo le mura, vi accompagnerà sino al faro.
Città alta
Assolutamente da non perdere, la passeggiata per raggiungere la città alta. Con una camminata di circa 20 minuti arriverete alla chiesa di Agia Sofia, del 1200 ancora ben conservata, ma spesso chiusa alle visite. Da qui e lungo tutta la camminata per raggiungere la vetta, il panorama è mozzafiato.
Dove abbiamo mangiato e dormito:
Oinomelo: Piccola ma piacevole taverna con alcuni tavoli vista mare e altri nel cortile interno. I piatti sono più ricercati della media e i sapori autentici.
Malvasia Traditional Hotel: Struttura deliziosa in stile tradizionale con alcune camere con affaccio sul mare (da richiedere al momento della prenotazione) nel centro del paese.
Dopo aver trascorso due notti in questo posto incredibile, così piccolo ma cosi finemente incastonato nella natura da sembrare di farne parte completamente, ci siamo diretti verso Pounta, nel sud della penisola, per imbarcarci sul traghetto che ci avrebbe portato verso la nostra terza tappa.

