
Itinerario di due settimane in Marocco
Il nostro itinerario di due settimane in Marocco si sviluppa toccando le mete più rappresentative e affascinanti del paese, tra cui le città imperiali ed il deserto attraversando la strada delle Kasbah con le lussureggianti oasi fino a raggiungere la costa oceanica ad ovest.
Il Marocco è un paese meraviglioso, che conferma in parte gli ideali dell’immaginario collettivo fatti di colori, profumi e spezie dei suoi souk. Ma ha anche molto altro da offrire con paesaggi montani e cime innevate, giardini dal carattere andaluso, dune di sabbia dai colori cangianti e altissime onde oceaniche dove poter surfare.
Tour Marocco
Abbiamo organizzato autonomamente le tappe, l’itinerario e scelto i Riad per i pernottamenti visto che questa parte ci appassiona e ci diverte molto.
Per la prima volta però, ci siamo affidati ad un tour operator locale per avere a disposizione per tutta la durata del viaggio, un driver con 4×4. Abbiamo contattato quindi Antonella di Tour Marocco, che insieme a Mohammed gestisce questo tour operator italo-marocchino in modo eccellente. I servizi offerti sono molteplici. Offrono pianificazione totale del viaggio con scelta dei Riad o anche solo driver (come abbiamo fatto noi) e guide per una parte o per l’intero viaggio.
Ismail nel nostro caso, è stato davvero un prezioso alleato e ha reso questo viaggio meraviglioso e indimenticabile. È un ragazzo berbero o meglio amazigh come si definiscono i nomadi del deserto, parla perfettamente italiano e ci ha spiegato curiosità e informazioni del suo popolo, della sua terra. Ci ha mostrato una parte di Marocco che non avremmo mai potuto scoprire senza di lui. È stata un’esperienza autentica per conoscere la cultura locale e un importante scambio culturale.
Il nostro è stato un itinerario di due settimane in Marocco on the road di circa 2500 km ad anello, con partenza e ritorno su Marrakech.









TAPPA 1: Marrakech
3 notti
Marrakech è stata la nostra porta del Marocco, la prima tappa del nostro itinerario di due settimane e ci siamo piacevolmente lasciati travolgere dalla sua anima viva. La sua caratteristica principale sono sicuramente i suoi souk. Non dei semplici mercati, ma uno stile di vita, un modo di essere, vendere, lavorare.
Abbiamo trascorso a Marrakech due giorni pieni in cui abbiamo avuto modo di perderci nei suoi coloratissimi souk. Particolarmente interessanti quelli dei tintori, con varie dimostrazioni di come tingono le stoffe prima di lavorarle, quello dei fabbri che da lontano risuona per il ticchettio degli attrezzi sul ferro battuto e quello dei musicisti dove riparano e costruiscono strumenti musicali.
Ci siamo dedicati anche alla visita delle sue meraviglie architettoniche come la Madrasa di Ben Youssef, Palazzo El Bahia, le Tombe Saadiane e palazzo El Badi da cui è possibile avere un assaggio della millenaria cultura di questo popolo.
Abbiamo dormito al Riad Farhan, nella vecchia medina, un piccolo gioiello di pace, con tipico cortile centrale dove affacciano tutte le stanze.
Nel dettaglio i nostri tre giorni a Marrakech: “Dieci esperienze imperdibili da fare a Marrakech“, dove dormire e dove mangiare e cose da non perdere durante un itinerario di due settimane in Marocco.




























TAPPA 2: Le Oasi del Sud e la Strada della Kasbah
1 notte a Ouarzazate – 1 notte a Tinghir
Abbiamo lasciato Marrakech con Ismail a bordo di una Toyota Land Cruiser, direzione deserto presahariano che si estende oltre il valico di Tizi-n-Tichka dell’Alto Atlante. Una regione rocciosa e brulla che i berberi chiamano Hammada. Altopiano oltre i mille metri sul livello del mare, destinazione finale Merzouga ed il deserto di Erg-Chebbi.
Questa parte del Marocco è ricca di Kasbah, un tempo sfarzose dimore fortificate di ricchi signori del posto, e di Ksar villaggi in paglia e fango cinti da mura fortificate. Lungo la strada delle Kasbah incontrerete ancora vita autentica, villaggi berberi abitati da pastori e panorami mozzafiato.
























Grazie al fuoristrada a disposizione, Ismail ci ha accompagnato lungo una pista off road che da Bou Tharar attraverso la valle delle rose raggiunge la gole del Dades. Questo tragitto scenografico si snoda lungo terre rosse, desertiche e abitate solo da pastori nomadi e dal loro bestiame.
Abbiamo attraversato le Oasi della Valle del Dades, lo stretto Canyon delle gole del Todra e ammirato incredibili view point.
























TIPS: Da Marrakech a Merzouga sono circa 550 km e 9 ore di macchina. Leggerete in molti articoli che è fattibile andare diretti senza perdere tempo e anche molti tour operator propongo questa opzione. Noi lo sconsigliamo vivamente. Correre per raggiungere il deserto significa perdersi la parte più autentica e la sua storia, a nostro avviso. Per cui abbiamo deciso di fare due tappe prima del deserto e abbiamo scelto Ouarzazate e Tinghir.
L’articolo completo “Le oasi del Sud e la strada della Kasbah del Marocco” con tutto quello che abbiamo visto da Marrakech a Merzouga, secondo noi imperdibile.
TAPPA 3: Merzouga e Deserto di Erg-Chebbi
1 notte
Merzouga è stata la porta del nostro primo deserto di dune sabbiose, Erg-Chebbi. Le nostre aspettative erano alle stelle, immaginavamo da anni di poter ammirare le dune rosse e le sfumature dei suoi colori che cambiano in base al sole e ai momenti del giorno. Il deserto ci ha stregati, è stato un’emozione unica.
Abbiamo alloggiato in un campo tendato in stile berbero, per massimizzare l’immersione nel deserto e la pace che ne deriva. Si chiama Ali&Sara Desert Palace, curato in ogni dettaglio, perfettamente integrato nella natura circostante, con bagni privati esterni, pulitissimo e con poche tende. I ragazzi del campo hanno organizzato per noi escursioni a dorso di dromedario all’alba e al tramonto sulle dune del deserto di Erg-Chebbi. Questa è stata sicuramente tra le esperienze più emozionanti del viaggio. La sera propongono musica berbera che suonano e cantano per i pochi ospiti, sotto il cielo stellato. In questo itinerario di due settimane in Marocco, avremmo dovuto dedicare almeno una notte in più a questa meraviglia.
























Rissani ed Erfoud
Andando via dal deserto e proseguendo lungo il nostro itinerario, ci siamo fermati a Rissani, una cittadina che ospita un mercato locale autentico. Frequentato da gente del posto che lo raggiunge anche da villaggi lontani, a dorso di mulo.
Ci ha guidato Ismail per i banchi di frutta, verdura, datteri e spezie e nelle varie botteghe dove operosi artigiani aggiustano, creano e vendono la merce più disparata. Qui abbiamo provato la pizza berbera (madfouna), con impasto di acqua e farina e ripiena di verdure, speziatissima. Originariamente veniva cucinata preparando il fuoco a terra e cuocendo poi la pizza all’interno della sabbia bollente: assolutamente da provare, non badando troppo alla forma ma più alla sostanza.
Proseguendo ci siamo fermati a Erfoud. Questa tappa l’abbiamo prevista perché Leonardo adora i fossili e questa zona ne è ricca. Avevamo chiesto ad Ismail, il nostro driver, di portarci in uno dei siti di estrazione per vedere dal vivo queste meraviglie con migliaia di anni di storia e ne siamo rimasti tutti affascinati.












TAPPA 4: La Valle del Ziz
Aoufous 1 notte
Aoufous è stata una tappa utile ad evitare troppe ore di macchina e ci ha permesso di ammirare la Valle del Ziz: regione di palmeti, canyon e incantevoli panorami.
Il giorno dopo proseguendo in direzione Fes, ci siamo fermati in un parco nazionale che ospita una specie protetta di Bertucce, il parco di Ifrane. Ifrane si trova a 1660 metri di altitudine, è famosa per essere nominata “la piccola svizzera” per il clima, l’ordine delle sue casette bianche e i suoi prati verdi.
Le povere scimmie che si trovano nel parco però, purtroppo, sono circondate da immondizia. Qui la gente del posto viene a fare picnic lasciando spesso plastica e rifiuti di ogni tipo. Nutrono – non fatelo mai! – le scimmie con cibo che questi animali non dovrebbero mangiare, solo per avvicinarle e poter fare una foto con loro. È disarmante vedere questo scempio. Abbiamo provato a segnalare la situazione a diversi enti locali e solo uno, una organizzazione no profit che si occupa della loro salvaguardia, ci ha risposto. Non sappiamo se poi è stato realmente fatto qualcosa per ripulire e sensibilizzare la popolazione e i turisti ad una corretta interazione con gli animali selvatici e al rispetto della natura.
Non si nutre la fauna selvatica, in nessuna parte del mondo. E ovviamente, i rifiuti si riportano a casa, non si lasciano in giro. Tanto meno in un parco naturale dove vive una specie protetta.




















TAPPA 5: Fes
2 notti
Fes è la più antica città medievale araba e la più autentica delle quattro città imperiali che abbiamo visitato durante il nostro itinerario di due settimane in Marocco. Con i suoi strettissimi vicoli della medina vecchia – Fez el Bali – vi farà immergere in un’epoca lontana, un salto nel tempo di oltre mille anni, data della sua fondazione.
Se dovessimo consigliare una sola cosa da vedere a Fes, sicuramente vi diremmo di andare alle concerie. Queste vasche in pietra di epoca medievale (probabilmente risalenti all’anno 1000 dC), ospitano ancora oggi lavoratori del pellame, che immersi fino alla vita, trattano, colorano e lavorano la pelle con la stessa tecnica di centinaia di anni fa. È uno spettacolo imperdibile.
Anche qui, girovagando nei suoi souk, abbiamo visitato le sue piazze principali ricche di artigiani, la Madrasa Al Attarine e per ammirare la città dall’alto, le Tombe dei Merinidi.
Abbiamo dormito nell’incantevole Riad Anata, nel cuore della vecchia medina.
Per approfondire non perdete l’articolo su “Cosa vedere a Fes in due giorni“.
































TAPPA 6: Meknes
1 notte
Abbiamo raggiunto Meknes in un pomeriggio assolato e polveroso, stanchi dei giorni precedenti nel turbinio incredibile di Fes. Passeggiando nella sua Medina e nei suoi souk degli artigiani, tutti hanno voluto mostrare a Leonardo a cosa stavano lavorando. Lui non ha perso un attimo, si è infilato in tutte le botteghe portando a casa sorrisi autentici e segreti di mestieri antichi. La mattina dopo, prima dell’arrivo dei pullman, abbiamo visitato l’imponente Mausoleo di Moulay Ismail, ed eravamo gli unici visitatori di questa meraviglia. Leo ha acceso l’incenso insieme e insieme ci siamo goduti il silenzio e il profumo di questo luogo magico.
























TAPPA 7: Chefchaouen
1 notte
Qui dobbiamo andare un po’ controcorrente rispetto alle informazioni che si trovano in giro.
Chi segue i nostri viaggi e legge poi i resoconti, sa che per noi non è necessariamente tutto imperdibile quello che vediamo in giro per il mondo.
Non dovendo vendere nulla ma semplicemente riportare le nostre impressioni in viaggio, possiamo permetterci la libertà di dire quando una cosa non ci ha colpito e non la consiglieremmo.
Chefchaouen è una di queste. La famosa città blu, che imperversa su Instagram, secondo noi è un grande bluff.
Questa piccolissima città arroccata sulle montagne del Rif, con le case dipinte a calce di un caratteristico blu, è diventata, dall’avvento dei social, meta del turismo di massa con il solo scopo di scattare qualche foto da condividere online. In origine, si racconta, fu dipinta di blu dagli ebrei confinati nel Mellah, che per distinguere le loro case, aggiunsero il color indaco alla calce, creando una contrapposizione col Verde, colore dell’Islam.
Oggi, moltissimi angoli della città sono diventati veri e propri set con l’unico obiettivo di essere fotografati e condivisi. Esistono online liste con gli angoli più instagrammabili di Chaouen e a noi tutto questo, non è piaciuto affatto. Ha perso probabilmente la sua semplicità e la sua autenticità, come spesso succede a mete che spopolano sul Web.
Abbiamo invece apprezzato moltissimo la sua Kasbah, autentica, con i suoi giardini ombreggiati di carattere andaluso risalente al 1471, da cui si può apprezzare la città dall’alto, con pochissimi visitatori.
Ismail ha confermato la nostra impressione, aggiungendo che qui è rimasto autentico e meritevole di assaggio, solamente dell’ottimo formaggio di capra.
































TAPPA 8: Rabat
1 notte
Rabat è la capitale del paese dal 1912 e sembra non aver molto a che fare con tutto quello che si immagina del Marocco. Tra le città imperiali, sicuramente quella con la più forte impronta andalusa.
La kasbah degli Oudaia affacciata sul mare è diversa dalle altre: una breve via principale, con case basse, ordinate, molto ariosa, splende bianca sotto il sole fino ad arrivare alla porta principale – Bab Oudaia – eretta nel 1195. Il suo giardino andaluso vi porterà con la mente direttamente a Cordoba e ai giardini dell’Alhambra di Granada. Il profumo dei fiori e l’ombra dei suoi alberi garantiranno una piacevole sosta.
Una pausa da segnalare è stata in un locale fronte mare, che offre dolci tipici andalusi ricchi di miele e frutta secca, accompagnati da the alla menta. Squisiti! Cafè Maure.
Altro sito di interesse è la Moschea di Hassan, l’interno non è accessibile ai non musulmani. L’esterno, distrutto da un terremoto di fine 1700, lascia ammirare solo qualche residua colonna rimasta in piedi e la sua torre più alta che svetta nel cielo.
Di fronte alla Moschea sorge il Mausoleo di Mohammed V, costruito nel 1961 alla morte del Re.




























TAPPA 9: Essaioura
2 notti
Il nostro itinerario di due settimane in Marocco si è concluso ad Essaioura. Piccolissima città di pescatori affacciata sull’oceano fondata intorno al 1700, meta negli anni di artisti e hippy, oggi con un’impronta più occidentale delle altre medine, accoglie i visitatori con una brezza marina e salsedine nell’aria. La sua medina, all’interno delle mura, è molto diversa da tutte le altre visitate prima. Sicuramente anche lei ha subito l’arrivo del turismo e il tentativo di omologazione alla massa con negozi di souvenir e cianfrusaglie. Rimangono predominanti però le botteghe di artigiani che si alternano a quelle di pittori, scultori, produttori di olio di argan, tappeti, gallerie d’arte. Numerose le cooperative di donne che si occupano della sua lavorazione, questa regione è certamente una delle migliori per comprare prodotti a base di olio di argan.
Al porto troverete un autentico mercato del pesce e al mattino, le imbarcazioni tipiche rientrate dalla pesca, circondate da gabbiani che aspettano più o meno pazienti, la loro razione di pesce quotidiana tra gli scarti del pescato del giorno.
Lungo la sua ampia spiaggia, giovani di tutto il mondo si cimentano con il kitesurf e proseguendo a piedi, a circa un’ora di cammino dalla medina lungo la spiaggia, si stagliano le dune dorate, deserte, bellissime.
All’interno della medina, esplorate tutti i vicoli, perdetevi nel quartiere ebraico, seguite il camminamento lungo i bastioni sino a raggiungere l’estremità Nord dove tra i cannoni donati dai mercanti europei, la vista delle onde dell’oceano, che si infrangono sulle mura è davvero impagabile.
Consigliatissimo il Riad dove abbiamo alloggiato, Riad Baladin, di proprietà del noto birrificio italiano.
La mattina dell’ultimo giorno, con circa tre ore di auto, siamo rientrati a Marrakech direttamente in aeroporto, concludendo il nostro itinerario di due settimane in Marocco.
















Quando andare in Marocco
Il periodo migliore per visitare il Marocco va da ottobre a maggio, con temperature gradevoli che vi consentiranno escursioni anche nel Sud. Nei mesi estivi il caldo diventa insopportabile e potrebbe essere davvero faticoso affrontare il deserto ma anche le città roventi. Tenete in considerazione l’escursione termica del deserto che si accentua nei mesi molto caldi e in quelli molto freddi. Utile sempre una felpa per ogni necessità. Noi a marzo abbiamo trovato ottime temperature (22-32 gradi) lungo tutto il percorso. Ovviamente la temperatura varia in base all’altitudine, a marzo nell’Alto Atlante, si potevano vedere ancora i residui della neve caduta in inverno.
Considerazioni finali di viaggio
Questo che avete appena letto è stato il nostro itinerario di due settimane in Marocco, ma quali modifiche si possono apportare per renderlo davvero perfetto?
Col senno di poi, noi non avremmo incluso il Nord in questo itinerario.
Due settimane se le merita da solo il Sud. Marrakech e l’entroterra, raggiungere l’estremo sud del Sahara occidentale, percorre con calma la strada delle oasi. Con un fuoristrada e un guidatore esperto esplorate le piste meno battute, raggiungete il deserto e trascorreteci del tempo lento, non solo una notte. Ismail, nostro autista e amico, ci ha consigliato moltissime località del Sud che meritano una sosta e che magari approfondiremo in un altro viaggio.
Non esitate a contattare Tour Marocco per pianificare con loro un viaggio fuori dalle classiche rotte turistiche e tagliato su misura per voi.
E che dire del Nord? Fes è imperdibile. Ma può essere visitata con un weekend lungo dall’Italia. Raggiungerla da Marrakech vi farà perdere moltissimo tempo in auto. Mentre con 2 ore di aereo dall’Italia si raggiunge facilmente e potrete dedicarle il tempo che merita.
Chefchaouen a nostro parere non è essenziale. Anche Rabat e Meknes avendo esplorato a fondo Marrakech e Fes, non ci hanno particolarmente entusiasmato.
Se volete visitare Essaioura, è a tre ore di auto da Marrakech. Si può includere in un itinerario di 10 giorni, consigliamo sempre di non farla in giornata ma trascorrere almeno una notte.
Vi è piaciuto questo itinerario di due settimane in Marocco? Fatecelo sapere nei commenti o sui nostri canali social






2 commenti
Ilona
Ciao posso sapere prezzo del questo viaggio di 2 settimane?
cheilviaggioabbiainizio
Ciao, il prezzo varia molto in base alle strutture che scegli. Ci sono da tutti i prezzi e ovviamente influiscono sul budget. Noi abbiamo speso circa 5000 euro in 2 adulti e un bambino, e avevamo un driver privato per quasi la totalità del viaggio.