
Golfo dei Poeti – Portovenere
Come retaggio degli studi classici, porto sempre con me la curiosità di conoscere l’etimologia e il significato di alcuni termini utilizzati nel lessico quotidiano.
Il nome di questo delizioso borgo, Portus Veneris, che insieme alle Cinque terre e a Tellaro fa parte dei territori considerati patrimonio dell’umanità dall’Unesco, derivava dal tempio dedicato alla dea Venere, nata, secondo la leggenda, dalla spuma generata dall’infrangersi delle onde del mare sugli scogli.

Oggi del tempio non rimane nulla ma al suo posto si trova la Chiesa di San Lorenzo, da cui si può ammirare il porto e la grotta di Byron, insenatura rocciosa dove si rifugiava il poeta per comporre i suoi versi e meditare.


Nonostante il gran numero di turisti presenti, Portovenere regala scorci da cartolina salendo verso la scalinata che scoraggia i più pigri, e che conduce prima ai mulini e successivamente al Castello Doria, che domina la città.
A Leonardo qualcuno deve aver detto che il mare stanca. Anche solo guardarlo da lontano. Infatti se la dorme beato nel suo marsupio, credendosi un canguro.

Scendendo nel cuore della città vecchia, si torna al porto da cui si possono ammirare le case color pastello che si affacciano sul golfo, dove sono ormeggiate alcune barche dei pescatori cullate dal mare.

A guardarla meglio, sembra venir fuori da una tavolozza d’artista.
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